Link Wray, classe 1929, è un chitarrista rock d’origini indiane celebre principalmente per “The Rumble”, uno dei più classici strumentali del rock. Il brano, edito nel ‘54, ha scalato le classifiche e ha conosciuto una fama internazionale solo nel ‘58 per via del tema selvaggio, quasi bestiale. Un sound sicuramente trasgressivo per l’epoca, che, si diceva, incitava alla ribellione giovanile ed era divenuto una sorta d’inno ferino che incitava alla guerra tra bande.
Questo “elettro-liutaio”, con gli anni, è divenuto una sorta di “monolito” rock, da cui molti gruppi inglesi ed americani hanno tratto ispirazione per il loro sound. Chitarristi celeberrimi, da Ray Davies a Pete Townsend, da Jeff Beck a Jimmy Page, lo citano come archetipo del loro rock sound. Con la carriera bloccata dalla guerra di Corea, Wray ha conosciuto altri hit minori, “Jack The Ripper”, “Comanche” e “Rawhide” divenendo celebre, oltre come chitarrista culto, per il suo sperimentare con il guitar-sound. Pochi conoscono però i suoi albums degli anni ‘70, dove la produzione di Wray è stata più prolifica. Tra tanti piccoli capolavori registrati per la Polygram e Virgin, brilla quest’album del ‘73. Una nuova generazione di musicisti rock si guardava indietro, come non notare un personaggio di questo livello.
“Be what you want to”, prodotto da Thomas Jefferson Kaye e registrato nei mitici Wally Heider Studios di Frisco, vede presenti alcuni dei più noti musicisti della Bay-Area dell’epoca: Jerry Garcia, Commander Cody e membri della sua band, David Bromberg, Peter Kaukonen, Dorothy Morrison, Barbara Maritz e i Lamb, i Clover. Un must per i cultori del West-Coast sound.
Da outoftime.it
Rumble!
